Giro d’Italia 2020, la richiesta di accorciare la tappa arrivata dal CPA: “La salute è la priorità, soprattutto in periodo Covid”

La salute al centro della protesta dei corridori nella tappa 19 del Giro d’Italia 2020. Il gruppo, infatti, si è rifiutato di percorrere tutti i 258 chilometri da Morbegno ad Asti a causa soprattutto del freddo e della pioggia, che avrebbero fatto diminuire le difese immunitarie dei corridori, come si evince da un tweet del CPA, il sindacato dei corridori: “Grazie alla giuria e all’organizzatore del Giro per aver ascoltato la richiesta del CPA. La salute è la priorità, soprattutto in questo periodo di COVID. Ridurre la tappa di oggi non sminuirà lo spettacolo, ma permetterà alle difese immunitarie dei corridori di non essere più a rischio”.

Queste le parole del presidente del CPA Gianni Bugno a RaiSport, dove è commentatore per il Giro d’Italia: “Scelta voluta presa insieme alla giuria, anche se non rientrava nel protocollo sulle condizioni climatiche estreme. Dispiace, ma non sarebbe cambiato nulla nella classifica. L’unica cosa di cui si può accusare me e i corridori è che la decisione è stata presa 10 minuti prima della partenza, dovevamo chiederlo già ieri ma non c’è stato il tempo, i corridori sono arrivati tardi e stanchi in albergo. La decisione è arrivata dopo una richiesta dalla maggior parte dei corridori“.

Non tutte le squadre erano infatti d’accordo con questa richiesta. Secondo quanto riportato sempre da RaiSport durante la diretta della tappa, Ineos Grenadiers e Bora-hansgrohe erano tra le formazioni che volevano correre tutta la frazione.

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